Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

domenica 20 agosto 2017

BELLA GENTE

La canzone del video che propongo oggi, rappresenta per Mimmo il ricordo lontano, ma sempre vivo, del giorno in cui, con la sua chitarra nella custodia di cartone (sic!), si presentò al Folkstudio per suonare, dato che aveva sentito parlare di palcoscenico aperto. Non ripeto la storia, notissima a chiunque lo segua. In molte interviste gli domandano quali canzoni avesse preparato per il suo debutto, non sempre cita le stesse, comunque pare che tra quelle ci fosse la versione della canzone di Jacques Brel, Ces gens-là, curata da un grande artista, Herbert Pagani, scomparso ancor giovane nel 1988 e divenuta in italiano Che bella gente.
No, non credo esista traccia della esibizione di Mimmo, quella domenica pomeriggio di tanti anni fa.

Eccovi Herbert Pagani. 


Quanta ce n'è in giro di quella bella gente, quanti, di quelli che benpensano? Sono la maggioranza? Di ipocrisia bigotta ne incontro tutti i giorni, spesso in luoghi dove il sentimento di solidarietà e carità dovrebbe prevalere, invece prevale la stretta osservanza della forma e anche una certa cinica cattiveria. L'importante è salvare la facciata. E io, che giudico, e mi indigno davanti a certe manifestazioni, sono meglio? 

giovedì 10 agosto 2017

IL CANTANTE E LA SCRITTRICE

Ho visto la foto che ritrae insieme Mimmo e la scrittrice conterranea, e, in attesa di leggere il suo ultimo romanzo, e magari di parlarne, ripropongo un post di qualche anno fa, in tema, almeno nella seconda parte.  
A parte i miei clichés, le mie forme di comunicazione classiche che prevedono spesso l'utilizzo di letterine, riferimenti climatici e sogni, nonché citazioni enogastronomiche, non penso di aver lasciato niente di inesplorato, e ogni volta che mi rileggo, sono stupita io per prima. 
E ora, En marche! come si dice dalle tue parti...

martedì 8 agosto 2017

CHE CALDO IN QUEST'ISOLA


Fa caldo, ma caldo davvero, troppo caldo, perfino per questa mia terra natia, dove freddo non ce n'è quasi mai, freddo vero, intendo, e al caldo siamo abituati. Umido si, pioggia poca, pochissima, ma quando capita, aiuto, sembra di essere in mezzo al diluvio universale. Ma prima, quando non eravamo viziati come adesso, e non avevamo le case climatizzate, e le macchine con l'aria condizionata erano un lusso per pochi, come riuscivamo a cavarcela... Eh, mia cara, eravamo giovani, e anche pazzi, andavamo a Santa Maria Navarrese la mattina e tornavamo di pomeriggio, col sole ancora alto e i finestrini spalancati, e non dicevamo continuamente che caldo che caldo, si soffoca si muore. Bei tempi... Però a volte non riuscivamo a dormire e andavamo a cercare refrigerio al Poetto, dove c'erano quelli che vendevano le fette d'anguria, preistoria, i giovani non lo sanno più che c'erano i venditori d'anguria fresca al Poetto, e neppure sanno chi sia, Mimmo, almeno quelli dell'isola infuocata, e non sanno che venne qui, tanti anni fa, al seguito di un'allegra carovana, e che in quella spiaggia c'erano decine di migliaia di persone, ma nessuno aveva paura del caldo e della folla. Oggi abbiamo paura, del caldo, della folla, abbiamo sempre meno voglia di vestirci e uscire, rimaniamo a casa a guardare la televisione, che ora è uno schermo gigante che tanti anni fa non avremmo pensato mai di possedere, anche se non siamo più intorno a trent'anni. Siamo spesso stanchi, disillusi, scontenti, vorremmo cambiare vita, ma non abbiamo fino in fondo il coraggio di farlo, o forse pensiamo che sia troppo tardi. Accumuliamo per anni oggetti che ci sembra possano riempirci la vita, e poi, quando capita di dover  svuotare una casa che è stata per tanto tempo casa nostra, ma ormai non lo è più, non sappiamo da che parte incominciare, e, a volte con un po' di rimpianto, a volte senza nessuna pietà la maggior parte di quegli oggetti che ci sembravano così importanti finisce tra i rifiuti. Tu sei lì a smistare, ricordare, sudare, perché in quella casa hai fatto staccare la luce, e lo split sulla parete è lì che ti guarda sarcastico. Non puoi neppure ascoltare un po' di musica. Ti domandi cosa fare del vecchio Sony perfettamente funzionante, che si porta benissimo i suoi anni, quello col piatto per i trentatré e senza il lettore Cd e dotato di grandi casse che per lunghi anni diffondevano le note della musica di Mimmo. A casa non te lo vuoi portare, non sei fatta per il commercio e poi chi se lo prende: forse è meglio organizzargli un bel funerale. E continui a  sudare, e ti fai la terza doccia della mattina perché hai staccato la luce, ma l'acqua c'è, in quella casa e mentre l'acqua scorre e tu pensi a come organizzare la tua vita futura, e un po' insegui e un po' scacci quell'idea folle di licenziarti perché non ne puoi più, anche se non lavori in miniera, pensi anche che ora avresti sopratutto bisogno di fresco, anzi di neve, di bufera e una volta a casa scrivi una cosa in cui mescoli il tempo che scorre a quello che ti fa sudare o rabbrividire e il sapore dolceamaro dei ricordi a quello un po' rancido della vita presente, e ti vai a cercare il video adatto per questo clima rovente.

Aiuto che freddo...


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