Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

venerdì 24 luglio 2015

LES CHAPEAUX

Ho scovato un vecchio manuale di economia domestica, un vero e proprio trattato che esamina la materia in tutti i suoi aspetti. Un classico francese degli anni cinquanta, che ebbe un grande successo ed è ancor oggi è molto apprezzato dagli appassionati. Si intitola L'art menager francais (Paris: Flammarion, 1956) e un eventuale lettore potrebbe domandarsi cosa c'entri con l'autrice del blog e col Cantante. Semplice, alla prima piace curiosare tra le pagine di vecchi testi di economia domestica, al Secondo come è noto, piacciono les chapeaux. Un informatore che preferisce rimanere anonimo mi ha confessato (sotto tortura), di aver visto con i suoi occhi Mimmo armeggiare con bichon de velourspattemouille essorée e tétrachlorure de carbone, per sfoggiare cappelli sempre perfetti.  
Cosa ci si inventa pur di scrivere...

LES CHAPEAUX

Les chapeaux , doivent, aussi, être l’objet de soins précis.

Les mettre à l’abri de la poussière dans une chapelière hermetiquement close ou dans un carton à chapeaux; la calotte sera bourrée de papier afin que le bord, s’il n’est pas parfaitement horizontal ne soit pas déformé.

Le chapeau peut être posé sur un pied à chapeau en bois, haut de 22 cm, ou bien sur un pied pliant pour le voyage. Il est bon de recouvrir le chapeau de papier de soie pour le protéger de la poussière. Il faut aussi que la forme du pied ne l’abime pas. Dans certains cas, on posera le chapeau à plat sur l’étagère, en le préservant dans un sac de papier, fermé et etiqueté ou dans une case parfaitement ètanche.

ENTRETIEN JOURNALIER.

Après usage, brosser les chapeaux soigneusement:
pour le feutres, dans le sens des poils.
pour la paille, avec un “bichon” de velours.

S’ils sont mouillés, les laisser sacher et les brosser avec un brosse douce; puis redonner la forme en repassant avec un fer chaud et une pattemouille essorée, laisser sacher à fond soit à plat, soit sur le pied. 

RANGEMENT HORS SAISON

FEUTRE


Retirer la garniture. Dépoussiérer à l’aspirateur. Brosser dans le sens des poils. 
Mettre sur une tête de bois ou bourrer l’intérieur avec du papier.

Dégraisser en frottant avec de la benzene ou du tétrachlorure de carbone ou de l’eau ammoniacale (deux cuillerées à soupe pour un demi-litre d’eau).

Les chapeaux d’homme ont à l’intérieur un cuir qui risquerait d’être détérioré par la benzene ou l’ammoniaque, il est donc preferable de les confier à un specialist qui remplacera aussi le ruban autour de la calotte.

PAILLES



Noires. Les brosser pour ôter la poussiere (brosse ou bichon de velours).
Les nettoyer avec de l’alcool à brûler, les revenir avec un vernis special.

Blanches. Elles sont jaunies par le soleil: les blancher en les frottant avec une brosse trempée dans l’eau oxygénée à laquelle on ajoute quelques gouttes d’ammoniaque.

Elles peuvent aussi être frottées avec du soufre en poudre sur lequel on met le jous d’un ou plusieurs citrons. Frotter vigoreusement avec une brosse imprégnée de ce mélange. 
Laisser sécher à l’ombre sur une forme.
Repasser le bord sous un linge blanc mouillé et essoré.









martedì 21 luglio 2015

IL SILENZIO DEL MARE




Ma dove mai sarà andato il Nostro a rigenerarsi? Adriatico non mi sembra… Litorale pontino? Uhm... Qualche piccola selvaggia isola nascosta? Si, ma dove? Sardegna, o piuttosto Liguria, o piuttosto Tunisia, o tutte e tre insieme? Sembra impossibile, ma esiste un posto che racchiude in sé elementi e caratteristiche dei paesi elencati, e mi pare di conoscerlo. Lo si può amare immensamente, può catturare ma può anche respingere, nonostante la bellezza indiscutibile. Qualcuno rimane imbrigliato per sempre nella rete di seduzione che questo luogo esercita. Io sono una di quelle che pur considerandolo peculiare e bello, non se n'è innamorata. Ci abita gente ruvida che per noi autoctoni della terraferma (rispetto a loro siamo più terraferma) parla una lingua straniera, che si conserva immutata da secoli e anche noi per loro parliamo una lingua straniera. Ci viveva, e forse ci vive e ci lavora ancora, un (allora) giovane medico un po’ matto, pianista e suonatore di tromba, una di quelle persone che ti incantano totalmente, se riesci a entrarci in sintonia, o che altrettanto totalmente ti respingono,  se ciò non accade. Con lui sicuramente, tanto tempo fa, ho banalmente citato il Cantante proprio per il binomio medicina-musica. 

Decisamente un posto dove il silenzio fa compagnia, dove si stacca la spina, anche quella del computer, che magari si porta con sé, ma si accende di rado, oppure mai.

Lasciato il luogo incantato, al posto dell'uomo in vacanza, un giro nella capitale, seppur già nota, lo farei, magari il giorno della partenza. Mi comprerei un bel cappello da Martello; salirei, sfidando il caldo, tutti i gradini della Torre dell’Elefante e godrei del panorama più bello del mondo (in ogni parte del mondo accade di trovare i panorami più belli del mondo). Poi sarei pronto per riattaccare la spina, e magari anche il computer… Folgorata non si è lasciata scappare l'occasione per scrivere un nuovo piccolo pezzo dal titolo alquanto familiare. Lo aveva già scritto una volta, un pezzo con lo stesso titolo, ma era molto più lungo, l'argomento era diverso e tutto questo avveniva molto tempo fa, quando tante cose inimmaginabili, ancora, non erano accadute.

mercoledì 8 luglio 2015

SOGNO (FORSE) AVVERATO

Nel corso di questi lunghi anni, ho coltivato un sogno. Un sogno piccolo e frivolo, che riguarda ovviamente un aspetto relativo al Cantante, visto che ne parlo qui, ma che non ha alcuna attinenza con la musica. Si sa, i sogni son desideri e questo mio desiderio si è inaspettatamente realizzato, proprio quando avevo perso le speranze e non ci pensavo più. Di che si tratta? L'unica cosa che posso dire è che ha a che fare con la leggerezza e con l'ordine, perché secondo me dopo questo avvenimento che ho segnato sul calendario, il Cantante si sente più leggero, e più fresco. A dire il vero non ho elementi sufficienti per affermare se il mio desiderio si sia realizzato del tutto o solo in parte; in ogni caso abbiamo fatto progressi rispetto alla situazione precedente, piuttosto disordinata e aggrovigliata, e mai come questa volta ci siamo avvicinati alla soluzione ottimale.

venerdì 3 luglio 2015

POP ART





SMARTPHONE E PRESENZA

Penso di essere rimasta una della poche a non possedere uno smartphone, o un tablet. Non li voglio, non mi servono; uso il telefonino per il suo scopo primario, ormai non mando più nemmeno messaggini, a meno che costretta a rispondere per educazione, ma le risposte sono monosillabi. Non mi importa niente di connettermi quando sono fuori casa, ma ieri pomeriggio avrei certo ascoltato cosa avessero da dirci i due uomini di mare più in vista dell'estate. Avessi avuto uno di quegli aggeggi avrei potuto ascoltare in streaming, e invece niente. Nonostante l'occasione persa continuo a resistere e continuerò a comprare telefonini normali, finché saranno in commercio - che se cadono continuano a funzionare e non hanno bisogno di essere messi in carica tutti i giorni - passando per luddista o per fossile vivente. 
Informata la nazione su certe mie attitudini, passo a una cosa fondamentale per la mia vita di folgorata persa. Ho letto una cosa, ieri, che mi ha fatto gola, una cosa che avverrà, se avverrà, tra un sacco di tempo, e si sa che certezze non ce ne possono essere, almeno per ciò che mi riguarda. Mi sono ripromessa tuttavia, di esserci, a questa cosa, perché il tempo è giunto di tornare a essere presenti, non solo con lo spirito, ma anche con il corpo.
Ciao.

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